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Grazie al Decreto Milleproroghe e ai relativi decreti attuativi anche l’Italia ha finalmente una legislazione che rende possibile la realizzazione delle comunità energetiche rinnovabili.

Un passo in avanti nella transizione energetica che ha come obiettivo la decarbonizzazione; che include modi più sostenibili per produrre e consumare energia.

Cosa sono e come funzionano?

Le comunità energetiche rinnovabili sono una forma energetica collaborativa, che si basa su un sistema di scambio locale per favorire la gestione congiunta, lo sviluppo sostenibile e ridurre la dipendenza energetica dal sistema elettrico nazionale. 

Le comunità energetiche rinnovabili hanno cambiato il concetto di autoconsumo di energia rinnovabile, che è passato da livello individuale, a livello collettivo e di comunità.

Il punto di partenza di una comunità energetica è proprio un impianto di produzione di energia rinnovabile, molto spesso un impianto fotovoltaico, che installato su coperture di case, edifici o attività di un’area definitiva, trasforma i semplici consumatori di energia in prosumer, ovvero produttori, consumatori e immagazzinatori di energia che producono attraverso i suddetti impianti fotovoltaici.

Il ruolo di una comunità energetica rinnovabile va oltre il fabbisogno energetico, infatti esse costituiscono nuovi modelli socio-economici basati sul concetto di circolarità. Tutti i soggetti appartenenti ad una comunità energetica rinnovabile sono impegnati nelle diverse fasi di produzione, consumo e scambio dell’energia, ma il loro obiettivo non è il profitto, bensì il beneficio a livello economico, sociale e, soprattutto ambientale della zona in cui operano.

Chi può formare una comunità energetica rinnovabile?

Chiunque può decidere di appartenere ad una comunità energetica rinnovabile

Questo tipo di associazione è aperta a cittadini, imprese ed enti locali che decidono di unirsi con l’obiettivo di dotarsi di impianti per la produzione, l’autoconsumo e la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili. L’unica restrizione per tutti gli appartenenti alla comunità, è legata alla produzione e cessione dell’energia che non deve rappresentare l’attività principale.

Gli step principali sono:

  1.  Trovare un’area dove installare gli impianti fotovoltaici e altri autoconsumatori limitrofi con cui condividere l’energia autoprodotta. Una volta trovati bisogna verificare, tramite il proprio gestore di rete, l’appartenenza alla stessa cabina MT/BT;
  2. Creare la comunità energetica come soggetto giuridico, basata sulla partecipazione aperta e volontaria e regolata da uno statuto o atto costitutivo che prevede il rispetto delle condizioni del contratto di diritto privato;
  3. Presentare la richiesta di connessione alla rete, verificare il rispetto dei requisiti previsti per l’accesso al servizio contenute nelle regole tecniche del GSE e infine realizzare gli impianti fotovoltaici necessari per la condivisione dell’energia;
  4. Avviare la richiesta di accesso al servizio di valorizzazione e incentivazione dell’energia condivisa del GSE.

I vantaggi

Far parte di una comunità energetica porta con sé una serie di vantaggi legati alla sfera economica, sociale e ambientale.

Vantaggi ambientali

Le comunità energetiche rinnovabili prevedono l’utilizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia, quindi incentivando la diffusione di energia verde al posto delle fonti fossili riducono l’impatto ambientale e diminuiscono le emissioni di CO₂ o di altri gas clima alteranti.

Vantaggi sociali

La creazione di una comunità energetica rinnovabile è una delle soluzioni per contrastare la povertà energetica, sensibilizzando i consumatori e consentendo di monitorare e ottimizzare i consumi energetici individuali, permette di ridurre la spesa delle famiglie. 

Vantaggi economici

L’autoconsumo e l’autoproduzione dell’energia da parte delle comunità energetiche rinnovabili garantisce un risparmio sulla bolletta in quanto più energia si autoconsuma direttamente e più si riducono i costi delle componenti variabili della bolletta, ma anche un guadagno sull’energia prodotta grazie ai meccanismi incentivanti come lo Scambio sul Posto, ad opera del GSE, la Riduzione di perdite in rete, dell’ARERA e gli incentivi del MISE.

Il ruolo della tecnologia in una comunità energetica rinnovabile

La costituzione delle comunità energetiche rinnovabili è resa possibile anche grazie all’innovazione e a tutte le nuove tecnologie a disposizione non solo per la generazione di energia rinnovabile, ma anche per il suo accumulo e per il monitoraggio dei consumi ai fini dell’efficienza energetica.

Lo scopo della tecnologia all’interno di una comunità energetica è quello di facilitare il monitoraggio dei consumi e aiutare gli utenti della comunità a risparmiare e a consumare energia in modo più efficiente e intelligente.

Esistono quindi tecnologie per l’accumulo di energia, per la gestione e lo stoccaggio, tra cui rientrano i sistemi di accumulo elettrochimico tramite le batterie o quello idroelettrico tramite centrali di pompaggio.

Ma l’innovazione tecnologica va anche nella direzione del monitoraggio grazie a dispositivi che comunicano con i sensori installati nell’abitazione e che trasmettono i dati raccolti ad una piattaforma cloud che li analizza e fornisce all’utente dei suggerimenti per ottimizzare i consumi.